Oggi siamo andati a Vargavi, un paesino a circa 70 Km a sud
di Akhaltsikhe, nella zona di confine con Armenia e Turchia. Il panorama in
quella zona è diverso dal nostro e prima di arrivare al villaggio si percorre una
strada al centro di una vallata. Ad un certo punto abbiamo lasciato la strada e
preso una carraia che s’è inerpicata sul fianco della vallata per arrivare,
dopo 4 km, su un altopiano dove in lontananza si vedono vari paesini. Mamma
mia, la prima impressione è di essere fuori dal mondo. E ci dice il parroco che
quando c’è la neve si blocca tutto e non si riesce ad arrivare alla strada
principale e si rimane isolati per lunghi periodi.
Arriviamo a Vargavi, dove c’è una chiesetta nuova, bellina.
Ci fanno vedere le mura della vecchia chiesa, del XIX secolo ma poi andata in
rovina. Quando i sacerdoti cattolici sono tornati in Georgia hanno pian piano
ricostruito questa chiesetta. E la gente aveva mantenuto autonomamente la fede
cattolica, portata dai missionari che per arrivare in Georgia passavano da
quella strada. E’ per questo che nella nostra zona la presenza cattolica è (o
meglio era) abbastanza forte. In lontananza si vedono altri villaggi di rito
armeno.
Celebriamo la messa e ci sono 25 persone, la maggioranza
locali e altri di un paesino vicino, anche quello cattolico. La domanda che
sorge è come fanno a vivere in questi posti? Vivono di agricoltura e
allevamento, per cui mezzi di sostentamento ne hanno. Ma stare così fuori dal
mondo. Alla messa ci sono 2 ragazzi, poi al pranzo organizzato nella casa delle
feste ci sono altri due giovani. Che prospettive ci sono per loro? Uno dei
sacerdoti venuti, un georgiano, riconosce che la tendenza dei giovani è di
andare nei grossi centri per trovare lavoro (ce n’è pochissimo) per cui questi
paesi, come anche quelli più grandi che sono attorno ad Akhaltsikhe, si
spopolano e vedono una migrazione notevole.
E che dire dei preti che vivono servendo questi villaggi!
Non deve essere troppo semplice fare attività in realtà così ridotte. Però servono
queste persone che hanno mantenuto la loro fede in anni difficilissimi e adesso
possono professarla liberamente. Sono da ammirare.
Vi
allego alcune foto così per rendervi conto della nostra realtà. Posti molto
belli, ma viverci...